photo: Mercedes |
Il viaggio non finisce mai.
Solo i viaggiatori finiscono.
E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione.
José Saramago (da Viaggio in Portogallo)
Mattinata di tempo atlantico amore mio, con nuvole che rincorrono il sole spinte da un vento che porta il primo morso dell’autunno. Sono in una casa di campagna grande, deserta, dove risuonano appena gli echi di gioie lontane. E mi ricordo di quelle giornate che trascorrevamo tra le lenzuola a tracciare sentieri d’amore sulla pelle. A ricoprirci di brividi e di baci. A trovare le chiavi per schiuderci mentre il vento dell’oceano si infrangeva in mille spifferi tra le nostra dita e ricamava mille parole sulle nostre labbra. Mi hai nutrito di sogni che non ho saputo coltivare. Ho nascosto i semi in una buca segreta del cuore dove mi hanno sorpreso con una fioritura tardiva. Ora sono fatta solo della tua mancanza. Questo vento mi scuote attraverso ogni fessura e urla nel silenzio che hai lasciato. Raccolgo frammenti di ricordi che mi appoggio sulle palpebre per vedere ancora il tuo sguardo. Cresce in questo buio la voglia di essere abbracciata, il desiderio di essere scaldata dalla tua tenerezza. In questo inverno incipiente la mia solitudine brucia e si ribella. Piango. Piango acqua e vento. Piango foglie e terra. Piango il sale del cuore.
Mentimi.
Dimmi che tornerai.
Mentimi.
Dimmi che tornerai.
Sempre più in punta di piedi, ti leggo e ti rileggo...
RispondiEliminaUn abbraccio.
e io torno ad ondate, seguendo il ritmo di una lenta marea di sentimenti, ma mi fa sempre molto piacere ritovarti.
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